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Italia, Germania e Austria firmano dichiarazione per corridoio sud d'importazione dell'idrogeno con produzione in Africa

In data 30 Maggio 2023 i Ministeri di Italia, Germania e Austria , alla presenza del Commissario europeo per l'Energia, Kadri Simson  ,  hanno firmato a Bruxelles una dichiarazione di intenti che mira ad accelerare lo sviluppo di un “ corridoio meridionale di importazione dell’idrogeno “ che colleghi i tre Paesi.

Il corridoio Sud dell’idrogeno ( cosiddetto “ Corridoio SoutH2 “)  è già stato selezionato a livello europeo come Progetto di interesse comune (Pci). Il partenariato trilaterale – sottolinea una nota congiunta del ns. Ministero dell’Ambiente e dell’Energia  - mira a rafforzare la sicurezza energetica per i principali cluster di domanda industriale dei rispettivi Paesi, sostenendo allo stesso tempo gli obiettivi climatici dell’Unione Europea.

Il corridoio meridionale dell’idrogeno dovrebbe essere uno dei cinque corridoi di importazione di idrogeno su larga scala per realizzare l'importazione di 10 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile entro il 2030.

Il progetto “è stato fortemente sostenuto dall’Italia sin dall’inizio. È un’iniziativa importante per i nostri Paesi, per l’Europa e per l'Africa”, ha commentato il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto.  “Sviluppare il potenziale dell’energia pulita del continente africano e collegarlo all'Europa, promuovendo la crescita e la sicurezza su entrambe le sponde del Mediterraneo, è tra le priorità del governo italiano”. Il progetto “rientra nello spirito del piano Mattei, che mira a partenariati reciprocamente vantaggiosi con i Paesi africani”, ha aggiunto il Ministro.

Cos'è il corridoio SoutH2

Il “ corridoio SoutH2 “  è costituito da circa tremila chilometri di gasdotti,  che saranno convertiti al passaggio dell’idrogeno , per collegare il Nord Africa ( dove si produrrà la maggior parte dell’idrogeno verde ) prima con l'Italia e poi con  l'Austria e la Germania. Il tratto africano connetterà la Sicilia ai gasdotti esistenti che dai giacimenti dell'Algeria arrivano in Tunisia. Strutture queste acquisite nel 2023 da  Snam ed Eni, dove le due multinazionali italiane sono tra i principali partner del progetto insieme a una ventina di aziende, in particolare austriache e tedesche.
L'idrogeno rinnovabile (quindi realizzato a partire da solare e vento, almeno secondo le premesse) verrebbe in gran parte prodotto in Nord Africa. Da qui, il gas fluirebbe verso la Sicilia per poi raggiungere Taranto (nodo che potrebbe connettersi con i collegamenti energetici dei Balcani), l'Italia settentrionale, Austria e Germania.

Secondo le stime del Consorzio che sta realizzando l'opera, il progetto dovrebbe riguardare per il 70% la riconversione di infrastrutture già esistenti, cosa che dovrebbe velocizzare i lavori e abbattere i costi.

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